Rimini

Profilo storico della guerra nel territorio della provincia di Rimini

L’offensiva alleata del 25 agosto 1944 alla Linea Gotica orientale fu decisa dal comandante dell’8ª armata gen. Oliver Leese come inizio di una vasta operazione che avrebbe dovuto intrappolare la 10ª armata tedesca nel settore adriatico. Qui infatti i Britannici avrebbero impegnato l’esercito nemico mentre circa tre settimane dopo le forze americane avrebbero tentato una sorta di accerchiamento con un attacco nell’Appennino tosco emiliano, dapprima pensato nella zona del passo della Futa, poi eseguito al Giogo di Scarperia: in questo modo, secondo le intenzioni di Leese, i Tedeschi combattenti in Romagna sarebbero stati chiusi in una sacca. Questo piano era il risultato di un compromesso per sanare i contrasti che fin dal novembre 1943 vi erano tra gli Alleati. Gli Americani infatti, appoggiati anche dai Sovietici, in Italia intendevano fermarsi una volta raggiunta la linea Pisa – Rimini e propendevano, con il metodo della “massa e concentrazione” delle forze, per un assalto diretto alla Germania; i Britannici invece, preferendo il metodo “periferico” con attacchi di sfiancamento e sparpagliamento, avrebbero voluto un’offensiva in Italia per giungere ai Balcani. L’“importante divergenza”, come la chiamò il premier inglese Churchill, si protrasse per i primi mesi del 1944 quando il fronte italiano, sostanzialmente fermo alla linea Gustav, rese gli Americani più determinati a diminuire le forze in Italia a vantaggio di un’invasione della Francia meridionale (Operazione Anvil-Dragoon), da attuarsi entro la metà di agosto ’44.

Nonostante la drastica riduzione delle forze disponibili, gli Inglesi decisero di tentare ugualmente l’assalto alla Linea Gotica, divenuta per i Tedeschi Linea Verde. Il primo piano, elaborato dal generale “John” Harding, prevedeva un attacco lungo i crinali centrali dell’Appennino tosco emiliano, sfruttando in questo modo, dopo l’iniziale sforzo per occupare i principali rilievi, il vantaggio della migliore posizione acquisita e la direzione delle valli del territorio. Si trattava però principalmente di combattimenti sulle montagne ma le migliori truppe finora utilizzate in questo tipo di territorio erano state poi inviate in Francia. Pertanto il generale Leese decise un cambiamento strategico nei primi giorni di agosto: intendeva impiegare al meglio le forze corazzate in pianura e contemporaneamente utilizzare l’appoggio delle navi in Adriatico con le loro potenti artiglierie. Perciò concepì la cosiddetta “Operazione Olive”, così chiamata dal nome di colui che l’aveva pensata, con un attacco sulla zona costiera romagnola. Pertanto, all’oscuro dei comandanti germanici del tutto ignari delle reali intenzioni alleate, gran parte delle forze alleate britanniche, originariamente dislocate in Toscana, fu spostata nelle Marche per procedere all’offensiva.

Inizialmente i tedeschi furono sorpresi e la Linea Rossa (la prima antemurale la cosiddetta Gotica vera e propria) nonché la Linea Verde (n.1, la vera difesa del settore) furono sfondate e i primi chilometri furono conquistati con relativa facilità. Tuttavia il comando tedesco, e in particolare il gen. Heinrich von Vietinghoff-Scheel che comandava la 10ª armata tedesca in difesa del settore adriatico, in ossequio ai criteri della difesa in profondità, formò altre posizioni difensive sfruttando a proprio favore la direzione di crinali e valli, tra cui la Linea Verde n.2 (basata principalmente sul crinale di Coriano) e la Linea Gialla (a protezione di Rimini) che invece resistettero agli attacchi molto a lungo, con continue battaglie, cosicché la liberazione di Rimini avvenne solo il 21 settembre.

Con la liberazione di Igea Marina e Bellaria giunse a conclusione la battaglia di Rimini, un mese di combattimenti all’ultimo sangue che, aperta una breccia nella Linea Gotica, avrebbero dovuto consentire agli Alleati di spingersi, su terreno aperto, verso Bologna e Ravenna. A questi costò molto cara (14.000 vittime) la conquista della “porta della pianura Padana”, mentre i tedeschi si dissanguarono letteralmente per obbedire agli ordini di Hitler di non cedere neppure un metro al nemico. L’ “Operazione Olive” era finita. Ora la guerra entrava in una fase nuova. Il passaggio del fronte si era abbattuto come un ciclone sul territorio di Rimini, arrecando enormi devastazioni e costringendo la popolazione civile a pagare con uno spaventoso tributo di sangue la ritrovata libertà.


Bibliografia essenziale

Cravarezza Franco e Tomaso, Le grandi battaglie della Linea Gotica, Edizioni del Capricorno, Torino, 2018

Montemaggi Amedeo, Linea Gotica 1944 La croce e la spada, Il Ponte, Rimini, 2024

Orgill Douglas, The Gothic line, Heinemann London, 1967

Turchi Massimo, Linea Gotica. L’attacco. Agosto-ottobre 1944, Diarkos, Santarcangelo di Romagna, 2024

Zuehlke Mark, The Gothic Line, Douglas & MacIntire, Vancouver, 2003


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