Sfilata celebrativa delle formazioni partigiane attraverso il centro di Modena
Il 30 aprile 1945 si tiene nel centro del capoluogo la sfilata celebrativa della vittoria della Resistenza modenese, con circa 7000 partigiani partecipanti.
In piazza Mazzini viene allestito il palco, che ospita le autorità provinciali e tra gli altri il generale Angelo Cerica del Corpo d’armata territoriale di Bologna, il generale Edgar Erskine Hume del Comando della V Armata americana e il primo sindaco di Modena dopo la liberazione, nonché partigiano, Alfeo Corassori.
Alla testa del corteo sfilano i partigiani del Battaglione “Achille”, della III Zona (il nonantolano), per il contributo da loro fornito alla liberazione di Modena. Seguono i reparti della divisione Modena I, quelli della divisione Modena Armando, le partigiane dei Gruppi di Difesa della Donna, gli esponenti del Fronte della Gioventù, il materiale catturato e infine le brigate della pianura.
Al termine della parata le formazioni consegnano le armi agli Alleati. A fine maggio nel modenese saranno stati depositati due cannoni, 150 mitragliatrici, 9550 fucili e carabine: in totale 9702 pezzi. Non vengono fornite tutte le armi, anzi da parte dei partigiani si tenta di lasciare alle autorità solamente quelle di minor qualità.
Alla sfilata non partecipano tutte le formazioni: molti reparti sono impegnati in compiti di polizia o di rastrellamento del territorio, sia in montagna sia in pianura.
In seguito alla parata vengono radunati in prefettura a Modena i comandanti partigiani per la consegna dei brevetti di patriota. In quella circostanza, il generale Hume elogia il coraggio e l’impegno dei partigiani italiani, che avevano aiutato la liberazione del paese. Porge poi i suoi particolari ringraziamenti ai partigiani di Modena per il valore della loro lotta. Alessandro Coppi “Tommaso”, presidente del Comitato di Liberazione Nazionale provinciale della Pianura, coglie l’occasione per sottolineare che la lotta partigiana ha conferito all’Italia la dignità e il diritto di essere ascoltata a livello internazionale.
Da sole, le operazioni della liberazione (perciò dal 10 aprile 1945 in poi) erano costate alla provincia di Modena 129 morti e 165 feriti. Erano stati uccisi 1176 soldati tedeschi, mentre ne erano stati catturati 3691.
Nel modenese, le operazioni partigiane della liberazione erano state un successo, innanzitutto perché il capoluogo era stato liberato prima dell’arrivo degli Alleati. Si erano ingaggiati poi scontri rilevanti con i tedeschi in ritirata, era stata evitata la distruzione da parte tedesca di molti ponti, impianti civili, industriali e pubblici di rilevanza. Inoltre, il numero di prigionieri e di materiale bellico raccolto era stato importante. Tutto questo aveva agevolato e velocizzato l’avanzata alleata verso nord. Il contributo dei partigiani in tal senso fu esplicitamente riconosciuto come fondamentale da parte degli stessi Alleati.
Nei mesi successivi alla guerra la commissione regionale per il riconoscimento delle qualifiche di partigiano e di patriota, alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei ministri, assegna tali qualifiche a 19318 modenesi, così suddivisi: 13722 partigiani, 1622 partigiane, 2436 patrioti, 362 patriote, 269 partigiani combattenti fuori provincia, 907 partigiani combattenti all’estero.
A cura di
Mattia Golinelli
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena