Salvataggio della Basilica di Classe

Negli ultimi giorni di ottobre, poco dopo la liberazione di Cervia da parte dell’VIII Armata britannica, con l’aiuto dei partigiani raccolti in quella zona, gli Alleati giunsero alle rive del fiume Savio. La loro avanzata, nonostante la superiorità di uomini e mezzi, fu molto lenta: la pianura era piena di insidie (canali, fossi, siepi e frutteti, oltre agli alti argini del fiume Savio). Le condizioni meteo furono però subito pessime, l’usura degli uomini pesante, specie nel I Corpo canadese, in linea da molti mesi.

In questa situazione così difficile, il Comando dell’VIII Armata decise di fare leva su due elementi.

Il primo fu quello di dispiegare due “forze speciali” dotate di grande mobilità e adatte ad un tipo di scontro piuttosto irregolare, molto diverso da una classica e massiccia avanzata frontale: a ovest della statale Adriatica n.16 la cosiddetta “Porterforce” centrata sul 27° Lancieri britannici, dotata di autoblindo con cui poteva svolgere agilmente perlustrazioni e veloci incursioni tra i presidi tedeschi; a est fino al mare il N°1 Demolition Squadron, meglio noto come Popski Private Army (PPA), un reparto di un centinaio di uomini dotati di mezzi anfibi e di Jeep potentemente equipaggiate, che operava a est della strada, fino al mare.

Decisero inoltre di non smobilitare e disarmare i partigiani locali con cui nel frattempo erano entrati in contatto, ma di re-inquadrarli e coordinarli per farli combattere ancora, insieme e agli ordini di queste due forze speciali.

Il Distaccamento partigiano “Settimio Garavini” fu pertanto riorganizzato in due distinte formazioni dirette, con percorsi diversi, in direzione Ravenna sud.

Il reparto che dipendeva dal PPA operava in un territorio composto in buona parte da pinete, paludi e campagne allagate. Le azioni erano di perlustrazioni, veloci attacchi, conquista progressiva dei singoli presidi tedeschi. È di quel periodo, precisamente il 19 novembre, la conquista della frazione di Classe, e quindi anche il salvataggio della maestosa basilica, oggi Patrimonio UNESCO fra i più visitati d’Italia. In verità l’abitato di Classe era importante anche per l’esistenza in prossimità di un grande zuccherificio e come tale era identificato dai britannici tra gli obiettivi strategici e pericolosi. Sia la ciminiera della fabbrica che il campanile della basilica erano perciò in imminente pericolo di distruzione da parte alleata, in quanto ottimi punti di osservazione per le artiglierie tedesche.

L’azione che portò ad occupare Classe, e a risparmiarla dal previsto cannoneggiamento, fu condotta in modo coordinato tra Alleati e partigiani: una squadra di questi ultimi avanzò da sud lungo la ferrovia, mentre veniva coperta dalle autoblindo della Porterforce sulla Statale Adriatica, e dalle mitragliatrici del PPA nella pineta. Su chi convinse il Comando alleato a scegliere un più rischioso attacco a terra invece che un più sicuro bombardamento si discusse molto, nel dopoguerra, con sostituzione di lapidi celebrative e memorie locali che si contendevano il merito del salvataggio. Ma ormai la basilica era salva.

L’operazione degli incursori fu quasi indolore e si concluse con l’arresto del presidio tedesco, ma riuscì ad evitare il consueto ricorso all’artiglieria alleata, salvando così molte vite umane e un inestimabile tesoro di arte paleocristiana e di storia bizantina.


A cura di

Giuseppe Masetti
Istituto storico di Ravenna

Data dell'evento

Domenica, 19 Novembre 1944

Luogo dell'Evento


Classe, Basilica di Sant’Apollinare in Classe, Via Romea Sud 44°22’58’’ Nord – 12°13’47’’ Est

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