Rastrellamenti tedeschi sull’Appennino modenese all’inizio di aprile 1945
In seguito al pesante rastrellamento tedesco di gennaio 1945 nell’Appennino, le formazioni partigiane della montagna modenese si riorganizzano, e già a inizio febbraio le pattuglie delle Brigate Dolo e Dragone ricominciano ad attaccare mezzi tedeschi in transito sulle strade della zona.
Da quel momento si susseguono allora alternativamente, dall’inizio di febbraio alla metà di marzo, fasi di intensa azione da parte dei partigiani e rastrellamenti tedeschi, questi ultimi per la maggior parte con scarsi risultati.
Nella seconda metà di marzo le forze partigiane operano con migliori condizioni atmosferiche e vengono rinfoltite da un grande afflusso di nuovi militanti. Migliora anche il loro armamento: tramite reti interne di rifornimento e aviolanci alleati ottengono persino mortai di grosso calibro e bazooka, molto utili per affrontare i mezzi blindati nemici. L’attività bellica, pertanto, si intensifica.
Si effettuano operazioni contro il traffico tedesco sulla Strada Statale 12, vengono fatti saltare alcuni ponti e vengono assaltati i presidi tedeschi a Frassineti, Tressano, Gombola, Montecreto, Montecenere e La Santona. Questi ultimi due attacchi vengono portati a termine il 24 marzo da reparti della brigata Dragone in collaborazione con l’aviazione alleata.
La pressione generata dalle continue aggressioni partigiane crea agitazione e smarrimento tra le file nazifasciste: aumentano in maniera esponenziale le diserzioni.
Per porre un freno a questa attività partigiana e mettere in sicurezza il territorio immediatamente dietro al fronte, in prospettiva di un arretramento dello stesso, all’inizio di aprile i tedeschi organizzano una nuova serie di rastrellamenti.
Il 1 aprile 1945, giorno di Pasqua, le forze tedesche tentano di occupare la località di Gatta, nel reggiano, e la zona di monte Santa Giulia nel Modenese. Qui, e in particolare a Monchio, reparti delle brigate Santa Giulia, Dragone e Dolo respingono con il fondamentale contributo della popolazione locale le truppe del rastrellamento e, contrattaccando, le portano a ritirarsi nella zona di Prignano, da dove erano partite.
Il 3 aprile un rastrellamento fascista e tedesco colpisce la zona collinare di Torre Maina, frazione di Maranello. In quell’area operava la Brigata Mario Speranza, che viene pesantemente investita dall’azione nemica: alcuni reparti si ritirano verso l’altro, altri sciolgono le proprie formazioni e si portano in pianura. Nell’ambito di queste vicende cade anche il comandante della brigata: Chiaffredo Cassiani, nome di battaglia “Stop”.
Il 4 aprile i tedeschi tentano nuovamente di occupare monte Santa Giulia, ma vengono respinti, anche grazie al contributo dell’aviazione alleata.
Lo stesso giorno, più a sud, la 5a compagnia Alpenjäger attacca Boccassuolo, frazione di Palagano, che viene difesa con successo dai partigiani.
A cura di
Mattia Golinelli
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena