Rastrellamenti nella parte settentrionale della provincia di Modena e battaglia di Rovereto sul Secchia

In seguito all’attacco partigiano contro la caserma delle Brigate Nere a Concordia sulla Secchia il 24 febbraio 1945, la repressione tedesca e fascista sulla parte settentrionale della provincia di Modena si inasprisce. Nel mese di marzo, in particolare, la I, II e in parte la III Zona partigiana vengono colpite da pesanti rastrellamenti e numerose fucilazioni.

Nel corso di uno di questi rastrellamenti, iniziato il 16 marzo e riguardante i comuni di Mirandola, Cavezzo, Concordia sulla Secchia e San Possidonio (II Zona partigiana), le truppe si spingono verso il paese di Rovereto sul Secchia, frazione di Novi di Modena (I Zona partigiana), trovandovi però le formazioni partigiane pronte a combattere. Il 17 o il 18 marzo 1945 (le fonti sono discordanti) ha luogo perciò la Battaglia di Rovereto sul Secchia, uno fra gli scontri campali più importanti della Resistenza emiliana.

Il combattimento ha inizio quando i primi soldati tedeschi e fascisti passano il ponte sul Secchia tra Ponte Pioppa, frazione di San Possidonio, e Rovereto. Subito un gruppo di partigiani li attacca, e riesce ad attirarli alla portata del fuoco del grosso dei reparti partigiani, dislocato presso il cimitero di Rovereto. La battaglia prosegue, e nel tardo pomeriggio arrivano in rinforzo i gappisti e i sappisti di Soliera e delle frazioni di Migliarina, Fossoli e Budrione del comune di Carpi. Le forze della Resistenza, consistenti in quel momento di circa 600 unità, avviano un’azione offensiva, respingendo perfino due autoblindo tedesche che in un primo momento avevano posto i partigiani in difficoltà. I nazifascisti allora si ritirano, lasciando sul campo molti morti, fra i quali Armando Wender, vicecomandante della III Brigata Nera mobile “Attilio Pappalardo”, nonché in precedenza federale di Reggio Emilia.

Si tratta di una vittoria rilevante per lo schieramento partigiano, che registra però cinque caduti alla fine della giornata: Nevio Scannavini, Albano Modena “Michele”, Savino Forti, Eva Frattini e Remo Nasi.

Nonostante questo successo, i rastrellamenti continuano, e si dispiegano con particolare intensità e violenza sulla II Zona partigiana, nello specifico sul paese di Concordia sulla Secchia. L’organizzazione partigiana di quella zona viene colpita duramente dalla metà di marzo; ci si limita quindi a pensare essenzialmente alla sopravvivenza. Il movimento partigiano in quelle zone si riprenderà solamente nelle ultime settimane precedenti la liberazione.

Proprio a causa di questa intensificazione dei rastrellamenti e delle azioni nazifasciste molti partigiani di queste zone (la I in particolare) vengono inviati a fine marzo in montagna, dove è garantita maggiore sicurezza per loro stessi e per il movimento resistenziale in generale.

 

La battaglia di Rovereto sul Secchia su Resistenza mAPPe


A cura di

Mattia Golinelli

Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena

Data dell'evento

Sabato, 3 Marzo 1945

Luogo dell'Evento


I rastrellamenti hanno luogo soprattutto nelle aree della bassa modenese (II Zona partigiana) e del carpigiano (I Zona partigiana); solo in parte nella zona di Nonantola (III Zona partigiana). La Battaglia di Rovereto sul Secchia si svolge nella porzione settentrionale del territorio della omonima frazione, in particolar modo fra l’argine del Secchia e il cimitero locale.

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