La Battaglia delle Valli e la liberazione di Ravenna

La svolta fondamentale che portò alla Liberazione di Ravenna il 4 dicembre 1944 – prima della stasi invernale che avrebbe lasciato a lungo la città sulla linea del fronte – avvenne tra il 20 e il 22 novembre precedenti. Arrigo Boldrini, il comandante Bulow, era riuscito fortunosamente a raggiungere la zona liberata, a incontrare il Comando dell’VIII Armata britannica e a concordare un piano per coordinare tutte le azioni militari che avrebbero consentito agli Alleati di avanzare anche dopo il Proclama di Alexander, vincendo le loro titubanze. Il rischio di uno scontro sanguinoso e frontale li avrebbe consigliati di fermarsi quasi alle porte di Ravenna. La garanzia data da Bulow, e accettata del Comando britannico, era che i partigiani di diversi distaccamenti, dislocati nelle paludi e provenienti dall’entroterra (in tutto circa un migliaio di uomini), avrebbero attaccato i tedeschi simultaneamente a nord in più punti, così da costringere il nemico a sguarnire la città e a ripiegare verso ovest.

Le truppe soprattutto canadesi operarono una non facile manovra aggirante da ovest, mentre le unità speciali britanniche avanzarono da sud, superando i Fiumi Uniti che erano stati la linea difensiva tedesca. L’aggiramento da ovest avvenne tra gli ultimi giorni di novembre e i primi di dicembre, con la liberazione di numerosi paesi. I Fiumi Uniti furono passati il 4 dicembre, e partigiani del Distaccamento “Garavini” e gli Alleati entrarono in città nel primo pomeriggio di quel giorno.

Dalla notte precedente invece, nelle paludi e nelle campagne a nord di Ravenna i partigiani attuarono puntualmente il piano concordato, conquistando i presidi tedeschi sotto il fiume Reno tra il mare a Sant’Alberto e attaccarono Porto Corsini. Questa era una località di valore strategico, posta com’era all’entrata del porto e difesa da un sistema di bunker e da campi minati. La sua conquista fu altamente rischiosa anche se le perdite furono assai ridotte. All’alba del 6 dicembre la località era libera. A Sant’Alberto invece i tedeschi resistettero al limitare del paese, furono respinti oltre il ponte Cilla che però non fu fatto saltare, per facilitare l’ormai imminente avanzata alleata in direzione della SS 16. Nella giornata del 5, invece, si dovette constatare che gli Alleati si stavano assestando poco a nord di Ravenna, mancando clamorosamente la possibilità di occupare stabilmente territori già sgombrati dai tedeschi. I quali non esitarono a scatenare un pesante contrattacco, supportato da mezzi corazzati e artiglieria, che mise seriamente in difficoltà l’esile avanguardia partigiana. Di fronte al pericolo di uno sbandamento che avrebbe compromesso l’intera azione, nonostante il ferimento di Bulow che lo mise fuori gioco per alcune ore, i partigiani riuscirono a rispondere con una non scontata disciplina e coesione, limitando le perdite e ripiegando ordinatamente dietro le linee britanniche. Resta il fatto che le zone liberate e poi abbandonate vennero riprese stabilmente dagli alleati un mese dopo ad un prezzo ben maggiore.

Le narrazioni succedutesi nel dopoguerra, nel clima della “guerra fredda”, hanno talvolta spiegato in vario modo un’operazione che colse il risultato principale, la liberazione di Ravenna, e costituì un caso prezioso e non usuale di piena e positiva collaborazione tra partigiani e forze alleate.


A cura di

Giuseppe Masetti
Istituto storico di Ravenna

Data dell'evento

Da Lunedì, 20 Novembre 1944 a Lunedì, 4 Dicembre 1944

Luogo dell'Evento


Pialassa della Baiona (Porto Corsini), Sant’Alberto

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