La liberazione di Faenza

Dopo l’ingresso degli Alleati a Forlì il 9 novembre 1944, il V Corpo britannico continuò ad avanzare lungo la via Emilia in direzione di Faenza, ma fu costretto a fermarsi sul Rio Cosina, in quanto i tedeschi presidiavano ancora tutte le colline a sud della strada. Da quelle alture, sebbene di poche centinaia di metri, si poteva tenere sotto controllo la via Emilia. Il compito di espellere i tedeschi da quelle posizioni, spettava al II Corpo d’Armata polacco che, partito da Bagno di Romagna stava scendendo lungo le valli del forlivese in direzione della via Emilia tra Forlì e Faenza. Gli scontri tra i polacchi e la 26° Divisione corazzata tedesca iniziarono la notte del 16 novembre intorno alla chiesa di Monte Fortino, conquistata poi persa dagli Alleati. Poi nella notte del 21 novembre i polacchi, dopo un intenso fuoco di preparazione, attaccarono nuovamente costringendo i tedeschi a ritirarsi verso Faenza. Questi, dopo avere distrutto tutti i ponti, si attestarono nelle case affacciate sul fiume che aveva argini molto alti. Il V Corpo britannico riprese l’iniziativa a valle e avanzò entrando nel Borgo Durbecco il 24 novembre fino a raggiungere la riva destra del fiume, alle porte della città. Il comando alleato, ritenendo che fosse estremamente difficile attraversare il Lamone di fronte alla città, con il rischio di dover combattere casa per casa, predispose una manovra per aggirare Faenza da monte. L’attraversamento del fiume dovette quindi avvenire nei pressi di Quartolo, sulla strada per Brisighella, dove gli argini erano più bassi; poi raggiunte le colline, si diressero verso la via Emilia per impedire la ritirata alla 26ª Divisione tedesca. La sera del 3 dicembre la 128ª Brigata della 46ª Divisione britannica attraversò il Lamone e iniziò a salire sulle colline in direzione di Pideura e Pergola incontrando una forte resistenza. Dopo alcuni giorni entrarono in linea anche reparti della 10ª Divisione indiana e l’avanzata degli Alleati proseguì più convinta fin quasi a raggiungere la frazione di Celle. Il Comando della X Armata tedesca si rese conto che la 26ª e la 305ª divisione, ormai esauste, non riuscivano più a contenere la pressione dei reparti alleati e dispose che la 90ª Divisione Granatieri corazzati entrasse in linea a Celle per effettuare un contrattacco e respingere gli alleati oltre le colline. La mattina del 9 dicembre un reggimento della 90ª Divisione, con l’appoggio di alcuni carri armati e attaccò con intensità di fuoco le posizioni alleate. Il contrattacco tedesco non ottenne però gli effetti sperati, furono riconquistate solo poche centinaia di metri di terreno, poi nuovamente perdute, per la tenace resistenza opposta dai reparti alleati, appoggiati anche dalle incessanti azioni dei cacciabombardieri. Alla sera dello stesso giorno gli uomini della 90ª Divisione ritornarono sulle posizioni di partenza. Nel contempo i neozelandesi, dopo avere costruito un altro ponte, si diressero verso Celle e la sera del 15 dicembre i Maori del 28° Battaglione mentre si avvicinavano alla via Emilia, udirono il rumore dei carri tedeschi che si ritiravano da Faenza. Il giorno seguente alcune pattuglie neozelandesi, accompagnate da partigiani locali, attraversarono il Lamone sui rottami del vecchio ponte di ferro ed entrarono in città, mentre da monte entravano i Gurkha della 43ª Brigata. Il 17 dicembre Faenza fu dichiarata ufficialmente libera dalla presenza dei tedeschi.


A cura di

Giuseppe Masetti
Istituto storico di Ravenna

Data dell'evento

Da Giovedì, 16 Novembre 1944 a Venerdì, 17 Novembre 1944

Luogo dell'Evento


Faenza Piazza del Popolo 44° 17’ 7’’ Nord – 11° 52’ 58’’ Est

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