La liberazione di Cervia

Sul finire di agosto, quando iniziò l’attacco alleato alla Linea Gotica, diversi bombardamenti si riversarono sulla città di Cervia spaventando molti abitanti che cercarono riparo in zone limitrofe più tranquille come le saline, la pineta e i rifugi di campagna, lontano però dal fiume Savio, oggetto di ripetuti attacchi aerei.

L’avanzata alleata procedette lungo tutto il mese di settembre, mentre i tedeschi ammassavano truppe nelle abitazioni turistiche, requisivano la zona in prossimità della spiaggia allontanando gli abitanti, poi distruggevano ponti, i moli del porto e le centrali elettriche per lasciare terra bruciata al momento della loro ritirata.

La città di Cervia, circondata dalle acque costiere e dalle saline, con le case dei salinari disposte tutt’intorno come una cinta muraria, appariva agli occhi degli Alleati come un caposaldo difficile da espugnare.

Per questo motivo il I Corpo d’Armata canadese fermatosi nei pressi della vicina Cesenatico anche per l’aggravarsi delle condizioni atmosferiche, si apprestava ad un massiccio bombardamento che avrebbe distrutto gran parte dell’abitato.

Furono alcune coraggiose staffette, la sera del 21 ottobre ’44, ad aggirare i presidi e i campi minati dai tedeschi, per dirigersi verso sud, e andare incontro ai canadesi, chiedendo armi adeguate per i partigiani locali. Una volta ben equipaggiati questi ultimi avrebbero potuto attaccare i tedeschi nelle postazioni mimetizzate in pineta, sorprendendoli alle spalle.

La missione ebbe buon esito: i bombardieri rientrarono e le staffette tornate in città guidarono poi i partigiani fino a Tagliata all’incontro con gli Alleati, dove ricevettero nuove armi e bombe a mano con cui spingere i tedeschi ad abbandonare le loro postazioni ed a ripiegare a nord della città.

Così, con scontri minimi, la città fu liberata nel primo mattino di domenica 22 ottobre, quando potè festeggiare l’ingresso congiunto sulla piazza di Alleati e partigiani.

Tuttavia la ritirata dei tedeschi non fu indolore. Come atto di pura rappresaglia, oltre ai navigli nel porto canale, minarono e fecero saltare anche le due antiche porte d’ingresso ai due lati della città. Poi si rifugiarono all’interno delle colonie di Milano Marittima e lasciarono cecchini e mine ovunque, per rallentare l’avanzata alleata.

Per pura e rabbiosa reazione durante il loro ripiegamento spararono raffiche di mitra a caso contro civili inermi, per lo più giovani donne, operai e bambini lungo le strade di campagna, uccidendo una dozzina di persone, tra Cervia e dintorni.

Per rispondere ai cecchini nemici i canadesi ricorsero a cannoneggiamenti dai carri armati che, oltre a nuove distruzioni, produssero anche altre vittime civili nei giorni immediatamente successivi alla liberazione.

Ai primi di novembre si ebbe nella pineta di Cervia un primo proficuo incontro tra il Distaccamento partigiano “Garavini” della 28a Brigata GAP Garibaldi e alcuni reparti speciali dell’esercito alleato come la P.P.A. che insieme avrebbe conseguito ottimi risultati sul campo.

Più problematico invece fu nell’estate del 1945 l’arrivo a Cervia dei soldati polacchi della II Divisione Kressowa, distintisi per i frequenti episodi di violenza nei confronti della popolazione locale, culminati la notte di Capodanno, quando un soldato polacco lanciò una bomba all’interno del Teatro comunale provocando la morte di 3 giovani e il ferimento di altre diciotto.


A cura di

Giuseppe Masetti
Istituto storico di Ravenna

Data dell'evento

Da Sabato, 21 Ottobre 1944 a Domenica, 22 Ottobre 1944

Luogo dell'Evento


Cervia, Tagliata di Cervia, Milano Marittima

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