La Zona libera del Belvedere. Partigiani e alleati sulla Linea Gotica
A partire dal 24 settembre 1944, durante l’arretramento del fronte, nella zona del Belvedere prende avvio spontaneamente l’esperienza della zona libera. La brigata bolognese “Matteotti montagna” libera – senza un piano preordinato – i comuni di Granaglione, di Castel di Casio, di Sambuca pistoiese e di Castelluccio di Porretta. Nel frattempo più di un migliaio dei partigiani modenesi al comando di “Armando” (Mario Ricci) il 29 settembre giunge a Castelluccio di Porretta e il 5 ottobre libera Lizzano in Belvedere.
Accade anche che il 27 settembre, le truppe tedesche dell’esercito in ritirata, dopo essere transitate dal lago Scaffaiolo, giunte nella valle del Dardagna, vengono fatte segno di alcune raffiche di mitragliatore (nessun tedesco muore o viene ferito): è l’inizio della strage di Ca’ Berna, durante la quale vengono uccise 30 persone. I tedeschi, scendono poi a Vidiciatico, dove catturano una settantina di civili, poi, avute le rassicurazioni – tramite l’opera del parroco che fa da mediatore con i partigiani – che non verranno attaccati, il mattino successivo riprendono il cammino verso Ronchidoso, portando con loro solo alcuni ostaggi; giunti però a Ronchidoso incappano in altri partigiani. Nello scontro a fuoco, non voluto, un soldato tedesco rimane ferito e scatta la repressione, tanto che nei due giorni 28 e 29 settembre, sono settanta le persone uccise.
Intanto l’avanzata degli americani, dopo Pistoia, sempre a fine settembre, si ferma al Passo della Collina, dove avvengono i primi contatti tra partigiani e alleati, e grazie all’opera di un agente dell’Oss (servizio segreto americano), alla metà di ottobre prende avvio l’esperienza della divisione “Modena Armando” di cui fanno parte anche la brigata “Matteotti montagna” e la “Giustizia e Libertà” (che il 20 ottobre libera Gaggio Montano). I partigiani vengono così aggregati all’esercito americano e riforniti di armi, uniformi e viveri.
Il “battesimo del fuoco” della divisione “Modena Armando” avviene il 29 ottobre quando ai partigiani viene ordinato di attaccare il monte Belvedere. Salendo lungo i pendii i partigiani riescono ad arrivare sul crinale, ma il previsto arrivo dei rinforzi americani non avviene e così devono retrocedere; nonostante ciò hanno dimostrato di aver saputo eseguire il compito assegnato. Per altre due volte (in novembre e in dicembre) la divisione deve attaccare il crinale del monte Belvedere come azione di supporto alle operazioni brasiliane contro monte Castello; il 12 dicembre 1944, in località Corona, muore Antonio Giuriolo, comandante della “Matteotti montagna”.
In seguito i partigiani collaborano con gli americani durante le azioni di pattuglie, inoltre la brigata “Matteotti montagna” (le altre formazioni vengono inviate a riposo) partecipa alla prima fase dell’operazione americana denominata “Encore”, quando i mountaineer americani della 10a divisione, il 20 febbraio 1945, conquistano il monte Belvedere. Durante il mese di marzo, assieme ai brasiliani, i partigiani presidiano il crinale dei monti della Riva, mentre in aprile, in supporto ai brasiliani che attaccano Montese, la divisione conquista il crinale Cima Tauffi – monte Lancio di Fanano (19 aprile), poi il giorno seguente entra a Fanano e a Sestola, proseguendo verso Pavullo. Infine i partigiani di “Armando” vengono fermati a Sassuolo.
A cura di
Massimo Turchi
Associazione Linea Gotica – Officina della Memoria