La Resistenza a Comacchio: Edgardo Fogli, un pericoloso sovversivo e un eroe partigiano

Le Valli di Comacchio rappresentano un luogo di cruciale importanza nelle vicende della Seconda guerra mondiale, tanto per i tedeschi quanto per la lotta di Resistenza nel Ferrarese. In un paesaggio che sembra fuori dal tempo, divenuto poi protagonista di romanzi e film, si sviluppano le vicende eroiche di partigiani come Vincenzino Folegatti, e le storie degli “uomini della valle”, i “partigiani in barca”, che dai casoni delle valli, sotto la guida di barcaioli esperti, imbastiscono la loro guerra al nazifascismo in un territorio ostile per chi non lo conosce, fatto di acqua e terra. Tanto che Comacchio, di forte tradizione garibaldina, non trova mai un’ampia base di sostegno al fascismo locale, ed è la prima città liberata, il 21 aprile del 1945, da soli partigiani a sostegno dell’avanzata alleata.

Uno di questi, il più importante, è Edgardo Fogli, nome di battaglia “Sentinella”. Già finanziare e poi militante nell’organizzazione clandestina comunista ferrarese, espatria prima in Francia e a Mosca, infine ritorna a Parigi. Rientrato in Italia per organizzare la lotta al fascismo, dopo l’8 settembre del 1943 egli è già attivo nelle Valli di Comacchio, tra i partigiani che poi formeranno la 35a Brigata Garibaldi. Sotto il suo comando, i ribelli riescono a ostacolare i traghetti di rifornimento ai nazifascisti: Fogli, già noto alle forze di pubblica sicurezza dalla fine degli anni Venti e fermato diverse volte per le azioni di propaganda contro il regime, diviene ben presto, così, uno dei maggiori ricercati nel Ferrarese. In seguito a una soffiata è arrestato nella notte tra il 18 e il 19 gennaio del 1945, quando il quartiere del Seminario di Comacchio e la casa di Fogli in via Crispi sono circondate dalle brigate nere: nonostante gli interrogatori e le torture egli non proferisce parola.

All’alba del 29 gennaio seguente, Edgardo Fogli è fucilato, per ordine del Comando tedesco, da un plotone fascista, insieme ai propagandisti antifascisti Giovanni Farinelli, Giuseppe Ghirardelli e Vittorio Bulgarelli; con loro perde la vita anche il civile Filippo Luciani. La caserma in cui è compiuta la strage diviene il simbolo della Resistenza comacchiese, e oggi vi si trova il Parco della Resistenza, in Corso Garibaldi: sono qui ricordati i centoquindici militari comacchiesi caduti durante la Seconda guerra mondiale, i partigiani e gli appartenenti alla Divisione Aqui, morti a Cefalonia l’8 settembre 1943.

Sarà il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat nel 1968 a conferire a Edgardo Fogli, per le sue azioni, la medaglia d’oro al valor militare con la seguente motivazione: “Valoroso combattente partigiano, partecipava tra i primi al movimento di resistenza rivelando alte doti di combattente, di organizzatore e di trascinatore. Con il suo battaglione partecipava alle imprese più ardue nella difficile e infida zona delle valli, distruggendo i traghetti avversari e provocando gravi perdite in uomini e materiali. Attivamente ricercato veniva infine catturato e nonostante fosse sottoposto a feroci sevizie, non una parola usciva dalle sue labbra che potesse nuocere alla Resistenza, finché il nemico, inferocito per tanta splendida forza d’animo, barbaramente lo trucidava. Nobilissimo esempio di adamantina fierezza e di ardente amor di Patria”.


A cura di

Nicolò Govoni
Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara

Data dell'evento

Lunedì, 29 Gennaio 1945

Luogo dell'Evento


Comacchio, i suoi canali e le sue Valli sono tra i luoghi cruciali della lotta di Resistenza nel Ferrarese.

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