La battaglia di ca’ Guzzo e la strage di Sassoleone
La reazione tedesca è immediata. Il mattino seguente l’80° battaglione del genio (44a divisione “Hoch- und Deutschmeister”) giunge a ca’ Cosellini e incendia le case, poi si dirige a Sassoleone che circonda. I primi civili vengono uccisi nelle proprie abitazioni che poi vengono incendiate. In seguito, altri civili vengono allineati davanti al campanile e fucilati, infine i tedeschi fanno esplodere il campanile. Le vittime sono 23.
Il mattino del 26 settembre la 1a e la 3a compagnia della 36a “Bianconcini”, comandante da Gaudenzi (successore di De Giovanni) e Poli si stabiliscono quindi a ca’ Guzzo e ai Casoni di mezzo, controllando l’accesso alla valle del Sillaro. Inoltre De Giovanni si incontra con Proni (comandante della 62a “Camicie Rosse”) per stabilre un patto di reciproca assistenza, infine quest’ultima brigata si schiera a guardia del versante di Monterenzio.
Il 27 settembre unità della 44a “Hoch- und Deutschmeister” raggiungono Nuvolare di Sopra per attaccare la 62a “Camicie Rosse”. Proni prende l’iniziativa e contrattacca i tedeschi, ma l’azione viene respinta. Intanto i partigiani di Gaudenzi e De Giovanni catturano un prigioniero tedesco il quale confessa che i partigiani si trovano nel bel mezzo della ritirata tedesca.
Intanto i tedeschi del 956° reggimento (362a divisione) giungono nell’aia di ca’ Guzzo e la assaltano, ma i partigiani respingono il tentativo. Ben presto però scoprono di essere accerchiati. I partigiani discutono della situazione e decidono di avvertire la 62a “Camicie Rosse” che avrebbe potuto prendere i tedeschi alle spalle. De Giovanni e tre partigiani escono da ca’ Guzzo, nel frattempo è iniziato l’attacco tedesco. I partigiani dentro la casa resistono, intanto De Giovanni giunto ai Casoni di mezzo invia una staffetta per avvisare la 62a “Camicie Rosse”, ma nessuno partigiano li raggiunge. A quel punto lo stesso De Giovanni, con i pochi partigiani presenti, tenta ugualmente l’azione che sorprende i tedeschi creando un varco nello schieramento. I partigiani dentro ca’ Guzzo, quelli che riescono a camminare, decidono per la sortita, ma non tutti vi riescono. Il mattino del 28 settembre i tedeschi irrompono nella casa e catturano i presenti. Allontanate le donne, gli 11 uomini rimasti vengono allineati davanti al letamaio e fucilati. Sono 14 i partigiani caduti in combattimento.
Nel libro della 362a divisione tedesca la battaglia viene definita come “la più grossa difficoltà per schierarsi sulla nuova linea difensiva […] I partigiani […] difendendosi da postazioni fortificate, inflissero severe perdite ai nostri soldati e ci volle un attacco pianificato di tutto un battaglione per avere ragione della loro resistenza”.
A ca’ Guzzo è presente un memoriale dedicata alla battaglia, mentre nella vicina Castel del Rio esiste il Museo della Guerra Linea Gotica Castel del Rio (www.museodellaguerradicasteldelrio.it).