La battaglia della Bolognina
È passata poco più di una settimana dalla battaglia di Porta Lame, il più consistente scontro armato tra nazifascisti e la Resistenza bolognese nel corso dell’occupazione della città. I partigiani bolognesi, fino ad allora contraddistinti per azioni di guerriglia e sabotaggio ad opera di piccoli nuclei, hanno dato prova di poter contrastare efficacemente le forze occupanti e di poter contare su centinaia di uomini pronti ad agire. Nell’autunno 1944 sono diverse le formazioni ad essere confluite a Bologna: la liberazione sembra imminente grazie all’avanzata degli eserciti alleati. Ma il 13 novembre è la radio a fornire una pessima notizia: il generale Arold Alexander annuncia che inglesi e americani si fermano temporaneamente. Per tutto l’inverno staranno fermi a pochi chilometri da Bologna. È il Proclama Alexander. Per i partigiani in città inizia quello che verrà chiamato “il lungo inverno”, la fase più complicata nel corso dei venti mesi di occupazione nel corso della quale dovranno vivere nell’assoluta clandestinità nascosti tra cantine, rifugi o edifici distrutti o semidistrutti dai bombardamenti. La conseguenza più immediata arriva appena due giorni dopo l’annuncio degli Alleati. È il 15 novembre 1944 e il comando tedesco, affiancato da reparti fascisti, avvia un imponente rastrellamento nel cuore del quartiere della Bolognina. In assetto di guerra, con carri armati e autoblinde, sono centinaia i soldati che setacciano il quartiere. Proprio qui, nelle ore immediatamente successive alla battaglia di Porta Lame, hanno trovato rifugio una quindicina di partigiani all’interno di un appartamento disabitato posto all’angolo tra Piazza dell’Unità e via Pellegrino Tibaldi. Sorpresi dall’imponente dispiegamento di forze, inviano un gappista in perlustrazione per capire meglio i movimenti delle truppe nazifasciste. È necessario studiare un piano operativo per evacuare la base nel caso in cui venga scoperta. Un gappista viene inviato in perlustrazione ma viene immediatamente catturato: rifiutandosi di denunciare i propri compagni è fucilato sul posto. I partigiani nascosti all’interno della base decidono di mantenere la posizione: l’unica via di fuga viene individuata attraverso il retro dell’edificio. Nel frattempo, le forze nazifasciste controllano casa per casa. La base clandestina non tarda ad essere scoperta: intorno a mezzogiorno una pattuglia giunge davanti al portone dell’abitazione, tentando di sfondarlo. La reazione è immediata: i gappisti aprono il fuoco, rivelando in questo modo la loro presenza. Non tutti rispettano il piano di sganciamento ipotizzato: alcuni si appostano alle finestre nel vano tentativo di controbattere al fuoco di mitraglie e mezzi corazzati, altri cercano la salvezza dileguandosi in direzione diverse. Dei 19 partigiani presenti all’interno della base sono in 6 a perdere la vita, mentre in cinque rimangono feriti. La battaglia della Bolognina sarà l’ultimo scontro rilevante in ambito cittadino fino alla Liberazione dell’anno successivo.
A cura di
Andrea Zoccheddu
Istituto storico Parri – Bologna Metropolitana
Data dell'evento
Mercoledì, 15 Novembre 1944
Luogo dell'Evento
Città di Bologna