La Battaglia del Senio
Dopo i mesi della sosta invernale le armate alleate ferme sulla Linea Gotica erano ora pronte ad un attacco decisivo nella primavera 1945 per dilagare nella Pianura Padana. All’VIII Armata britannica fu affidato il compito di aprire in Romagna un varco nel settore del fronte più avanzato, per utilizzare il percorso della Via Emilia e della Statale 253 in direzione Bologna.
Dopo accurati preparativi a beneficio delle fanterie e delle artiglierie, nei primi giorni di quell’aprile si poteva disporre anche dell’aviazione statunitense della 15° Air Force per sconfiggere definitivamente le due armate tedesche a sud del Po.
L’iniziale manovra diversiva che doveva attirare le riserve tedesche sul versante adriatico prese avvio dalle rive del fiume Senio, che per tutto l’inverno aveva funzionato da cerniera e linea difensiva per i tedeschi fra la collina appenninica e le Valli di Comacchio.
Il primo attacco per superare il Senio e il Santerno iniziò nel punto più ravvicinato dei due fiumi e cioè davanti a Lugo e Cotignola alle ore 13,50 del 9 aprile con il sorvolo e il bombardamento di 470 caccia e di 550 bombardieri, che per alcune ore martellarono accanitamente tutte le postazioni tedesche. Poi seguì l’azione di 1.500 pezzi di artiglieria che spararono 250.000 colpi su un breve tratto del fronte nella frazione di San Potito. Era già calato il buio della sera quando alcune avanguardie dell’8° Divisione indiana varcarono il fiume e si avvicinarono a Lugo, che avrebbero liberato la mattina successiva. Più a nord-est il fronte era stato affidato fin da gennaio al Gruppo di Combattimento “Cremona”, uno dei quattro corpi del nuovo Esercito italiano che per la prima volta assumevano un incarico di grande importanza in prima linea di fronte al nemico occupante i paesi di Fusignano e Alfonsine.
A sud invece combatteva la 78° Divisione britannica, alla sua sinistra la 2° Divisione neozelandese e più giù ancora, sulla via Emilia, il II Corpo polacco e la 43°Brigata Gurkha. Cosicché ogni località lungo il corso del Senio ha conosciuto liberatori diversi e conservato memorie diverse di quei giorni. Il fatto più nuovo fra questo mosaico di eserciti era sicuramente l’impiego per la prima volta di soldati italiani: il GdC “Cremona” per di più era formato per metà da volontari ex partigiani provenienti dalla Toscana e dall’Umbria, una volta che queste regioni erano state liberate nell’estate precedente.
Così come sull’alto corso del Senio, a Riolo dei Bagni e Borgo Tossignano combatterono i bersaglieri del Gruppo “Friuli” pagando con numerose perdite i durissimi scontri avuti il 10 e 11 aprile.
All’alba del giorno 10 i fanti del Gruppo “Cremona” benché privi di mezzi corazzati e di artiglieria pesante avviavano una manovra avvolgente, che evitando lo scontro frontale lungo la Statale Adriatica, liberava i centri di Fusignano e di Alfonsine, proseguendo poi l’inseguimento del nemico per qualche kilometro. Quest’ultima località, posta a cavallo del fiume, aveva subito fin dal dicembre ’44 pesanti bombardamenti alleati e frequenti sabotaggi tedeschi. L’originario centro del paese posto alla destra del Senio riportò un tale livello di distruzioni che l’anno successivo avviò la propria ricostruzione trasferendo l’abitato alla sinistra del fiume.
Nel complesso l’attacco di quei giorni fu l’ultima grande battaglia campale che costrinse l’esercito tedesco a continui ripiegamenti fino alla resa finale.
A cura di
Giuseppe Masetti
Istituto storico di Ravenna