La liberazione di Modena
Alle ore 6.00 del 22 aprile 1945 arrivano nella zona della Crocetta, a Modena, i reparti partigiani di Nonantola, Castelfranco Emilia e della frazione di Gaggio, i quali poco dopo le 7.00 occupano l’incrocio di via Ciro Menotti e si dividono poi in tre squadre che, per vie diverse, puntano ad avvicinarsi verso il centro della città da nord-est.
Sempre alle 6.00 anche le formazioni della 16a Brigata d’Assalto “Mario Allegretti” entrano in azione da sud. Queste unità, insieme a nuclei dei Gruppi di Azione Patriottica (GAP), delle Squadre di Azione Patriottica (SAP) e delle Squadre Armate Italia (SAI), procedono allora ad occupare e ripulire da piccoli gruppi di tedeschi rimasti la questura, le carceri, il municipio, la Banca d’Italia, oltre ad altri edifici pubblici.
A fine mattina interviene anche la 12a Brigata d’Assalto “Mario”, che verso le 12.00 mette in salvo l’acquedotto cittadino vicino a Cognento, minato in precedenza dai tedeschi. Il reparto poi si posiziona presso i viali esterni del centro storico, approntando posti di blocco nella parte iniziale di via Giardini e di via Emilia ovest. In quel frangente, il distaccamento “Oberdan” della brigata cattura il comandante di piazza tedesco, Förster, in procinto di fuggire.
A mezzogiorno e alle 15.00 si combatte in pieno centro, nelle zone tra via Ganaceto, via Rismondo e piazza Impero (l’attuale piazza Matteotti).
Nel frattempo giunge in città Marcello Sighinolfi “Mirko”, del Distaccamento “Achille” della 65a Brigata d’Assalto “Walter Tabacchi”, che riceve l’ordine di portare altri partigiani di Nonantola in città. Dopo tre ore ritorna con i rinforzi e riesce ad occupare la caserma Montecuccoli, su viale Vittorio Emanuele.
L’attenzione dei partigiani si concentra allora sull’edificio dell’Accademia, dove è attestato il presidio militare tedesco. Il gruppo di partigiani di Nonantola e Castelfranco si apposta vicino al cancello principale dell’Accademia, in piazza Roma, dove vanifica due tentativi di fuga da parte di automobili tedesche.
Alle 16.30 entrano dunque in Accademia Alberto Tusini “Brusone”, comandante di un distaccamento della Brigata “Mario Allegretti”, un interprete e un ufficiale tedesco, con il compito di consegnare la lettera del Gen. Marco Guidelli “Max”, capo del Comando Militare Provinciale partigiano, per chiedere ai tedeschi la resa immediata e senza condizioni. Dopo lunghe discussioni il presidio si arrende. L’Accademia viene dunque occupata dai partigiani di Marcello Sighinolfi “Mirko”.
Durante la sera e la notte si registra ancora qualche scontro tra partigiani e gruppi di tedeschi, come per esempio quello avvenuto intorno alle 18.00 presso l’incrocio tra la via Emilia e via Ciro Menotti, che vede combattere i partigiani del Distaccamento “Giuseppe” della Brigata “Walter Tabacchi”, intenti a presidiare la via Emilia al comando di Sergio Scaglietti “Oscar”, con un reparto corazzato tedesco.
Alle ore 20.00 circa le truppe statunitensi fanno il loro ingresso in città, attraverso la via Emilia. In precedenza solo poche pattuglie americane erano arrivate in città, unendosi ai combattimenti; il grosso delle forze aveva preferito aspettare.
Con la resa del presidio tedesco in Accademia e la fine degli ultimi scontri, non registrandosi forze fasciste in città, Modena è libera.
La Liberazione di Modena era costata 45 caduti e 27 feriti. Tra questi non solo partigiani, ma anche molti civili accorsi al loro fianco durante i combattimenti, ai quali avevano partecipato attivamente.
A cura di
Mattia Golinelli
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena