Manifestazioni femminili di Concordia sulla Secchia e Camposanto e assalto alla caserma delle Brigate Nere di Concordia sulla Secchia
Il febbraio 1945 rappresenta il momento di più intensa attività dei reparti partigiani della I e II Zona partigiana della provincia di Modena, prima della fase di repressione del mese di marzo.
Venerdì 9 febbraio, nell’ambito di una distribuzione di minestra ai poveri da parte del comune di Concordia sulla Secchia presso le scuole elementari, viene organizzata dal movimento partigiano e dai Gruppi di difesa della donna una protesta femminile contro la guerra e il fascismo, e per una più equa distribuzione degli alimenti. La manifestazione si sposta poi di fronte al municipio, presso il quale viene interpellato il commissario prefettizio, che promette di impegnarsi per una maggiore distribuzione alimentare. Dal balcone del palazzo comunale Tommaso Caverni “Giuseppe” tiene il primo discorso pubblico antifascista e contrario alla guerra, davanti ad una piazza piena di persone. Le organizzatrici della protesta di Concordia sono Gina Borellini, Carlotta Buganza “Gianna”, Guesdina e Lilia Meschieri, Aldina Vincenzi, Mirca Moretti, Armandina Salata, Vanda Pini, Nida Buganza, Tilde Giovanelli, Marta Guicciardi, Fiammetta Bulgarelli, Rina Marazzie Luigina Provasi.
La protesta viene ripetuta il giorno successivo, con le medesime modalità, a Camposanto, presso il municipio sfollato in località Ca’ de’ Coppi. Alcune tra le principali promotrici della manifestazione di Camposanto sono Ilde Dondi, Licia Lugli, Ilde Vaccari e Afra Borsari.
Pochi giorni dopo si insedia presso le scuole elementari di Concordia sulla Secchia un consistente nucleo della III Brigata Nera mobile “Attilio Pappalardo”, la quale era stata scacciata da Bologna dai comandi tedeschi perché considerata eccessivamente violenta. Il movimento resistenziale decide di attaccare il presidio, per alleggerire la pressione nemica sull’area e per liberare alcuni partigiani prigionieri. All’operazione, tenutasi nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 1945 e coordinata da Umberto Bisi “Omar”, vicecomandante della 65ª Brigata d’Assalto Garibaldi GAP “Walter Tabacchi”, partecipano circa 200 partigiani dei Distaccamenti GAP “Bruni” e “Aristide” e delle forze SAP della I e II Zona.
Nella notte si dispongono posti di blocco alle vie d’accesso al paese e vengono predisposti 4 settori d’attacco.
Alle ore 1:15 del 24 febbraio si dà inizio all’assalto, e vengono utilizzati contro l’edificio anche alcuni Panzerfaust forniti dalla III Zona partigiana. I fascisti si rifugiano allora nei sotterranei della scuola, e rifiutano le reiterate richieste di resa. Per evitare potenziali perdite eccessive in caso di continuazione, il comando partigiano decide alle ore 3:10 lo sganciamento di tutte le forze, senza aver raggiunto l’obiettivo di espugnare la caserma. Nel frattempo, anche alcuni dei posti di blocco avevano affrontato scontri con reparti nazifascisti, respingendoli.
Da parte dei partigiani non si registrano perdite, mentre le cifre più accreditate riportano tra i 6 e i 12 morti da parte fascista, anche se il dato non è ancora noto con esattezza.
Il giorno 25 febbraio i militi della Brigata Nera fucilano per rappresaglia tre concordiesi sul muro esterno del cimitero di Concordia: il partigiano Migliorino Frati “Franco”, di 19 anni, il partigiano Realino Silvestri “Turiddu”, di 19 anni, e il civile Duilio Borellini, di 46 anni.
A cura di
Mattia Golinelli
Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Modena