Le battaglie della Riva Ridge e del monte Belvedere

La notte del 18 febbraio 1945 inizia l’operazione “Encore” (fare il bis), quando la 10a divisione da montagna americana parte alla conquista dei monti della Riva, chiamati “Riva Ridge”.

Tale operazione rappresenta il primo passo della Quinta armata americana per conquistare lo spazio di manovra necessario per spingersi poi, il prossimo aprile, verso la pianura bolognese seguendo l’asse più corto e meno fortificato, questo alemo secondo l’intelligence alleata.

Quella notte i mountaineer dell’86° reggimento, suddivisi in piccoli gruppi guidati da civili e da partigiani della divisione “Modena Armando”, salgono il ripido dislivello seguendo quattro tracciati. Giunti nei luoghi convenuti, poco sotto le cime da conquistare, le guide rientrano alla base e il mattino presto gli americani assaltano il Cinghio del Burè, il monte Mancinello, il monte Serrasiccia, il monte Cappel buso e il pizzo di Campiano, cogliendo di sorpresa i tedeschi della 232a divisione che li difendono. Ma non tutto va come pianificato, infatti, il plotone della compagnia A, inviato a conquistare il pizzo di Campiano, dove si trova posizionato l’osservatore d’artiglieria tedesco – che fin dall’ottobre 1944 ha impedito agli alleati ogni tentativo di conquista del monte Belvedere –, lungo il difficoltoso sentiero si smembra e alla fine solo pochi soldati assaltano la cima, difesa da un numero quasi uguale di tedeschi. Viene quindi chiamata la compagnia B che ha preso il vicino monte Cappel buso. I soldati tedeschi, dopo un primo momento di smarrimento, contrattaccano. Il secondo contrattacco viene condotto dagli alpini del 4° battaglione d’alta montagna, i quali, con una manovra a tenaglia, tentano di riprendere il pizzo di Campiano e il monte Serrasiccia (le due estremità) per poi ricongiungersi al centro, ma il piano non riesce. Se su monte Serrasiccia i combattimenti terminano il 21 febbraio, sul pizzo di Campiano gli scontri durano fino al giorno 25, con alterne vicende.

Intanto, nonostante i problemi che stanno incontrando sul pizzo di Campiano, la notte del 19 febbraio reparti americani dell’85°e dell’87° reggimento assaltano il monte Belvedere, il caposaldo più importante nella zona, in quanto inibisce l’avanzata alleata lungo la statale 64 (Porrettana) e vero obiettivo della prima fase dell’operazione “Encore”.

Questa volta però i mountaineer non posso contare sul fattore sorpresa. Partiti da Querciola, gli americani devono superare le barriere di filo spinato ed estesi campi minati, per poi dare l’assalto alla cima. Le perdite sono alte, e comunque il mattino del 20 febbraio, grazie anche ai cacciabombardieri alleati, riescono a conquistare il monte Belvedere.

Ma l’azione non si interrompe, infatti gli americani continuano ad avanzare lungo il crinale verso nord, prendendo i monti Gorgolesco e Torraccia, coprendo di fatto, con l’attacco a quest’ultimo monte, l’azione dei soldati brasiliani contro il monte Castello, cima, che hanno inutilmente tentato di prendere l’autunno precedente; cima che conquistano il 21 febbraio.

Ancora una volta i tedeschi della 114a divisione e del battaglione alpino “Mittenwald” tentano di riprendere anche questo tratto di crinale, organizzando un contrattacco congiunto contro il monte della Torraccia e contro il monte Belvedere, ma il tentativo viene respinto.

Alla prima fase dell’operazione “Encore” partecipa anche la brigata “Matteotti montagna” che sotto il comando di un americano entra, senza incontrare resistenza, a Rocca Corneta.

L’operazione “Encore” si conclude il 5 marzo, quando la 10a divisione da montagna libera Castel d’Aiano e il monte della Spe, base da cui lanciare l’offensiva dell’aprile 1945.

Vicende e protagonisti della Riva Ridge sono ricordati nel museo Monti della Riva (www.montidellariva.it) a Trignano di Fanano.


A cura di

Massimo Turchi
Associazione Linea Gotica – Officina della Memoria

Data dell'evento

Da Domenica, 18 Febbraio 1945 a Domenica, 25 Febbraio 1945

Luogo dell'Evento


I monti della Riva e il monte Belvedere sono entrambi nel territorio del comune bolognese di Lizzano in Belvedere.

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