Dalla Linea Gotica a Ferrara: l’avanzata alleata a Portomaggiore
Il giorno dopo il bombardamento su Argenta, l’offensiva degli Alleati verso il Po passa inevitabilmente per la vicina cittadina di Portomaggiore. A cavallo della Linea Gotica, durante l’inverno tra il 1944 e il 1945 la Resistenza locale è ben organizzata e capillare nelle azioni contro i tedeschi e i repubblichini: e ancora oggi il territorio portuense conserva le tracce della memoria di quei mesi tragici di lotta contro il nazifascismo, in attesa dell’avanzata alleata proveniente da Sud.
Gli attacchi aerei su Portomaggiore iniziano già la mattina del 13 luglio del 1944, ma è il devastante bombardamento notturno di domenica 13 aprile del 1945 a lasciare le ferite più sanguinose nella comunità portuense. Alle ore ventuno esatte prende il via la manovra alleata: il cielo si illumina più del solito, ed è il centro di Portomaggiore il bersaglio delle incursioni aree, che si susseguono a ondate per ventuno minuti con l’impiego di circa settecento bombardieri. Il bilancio è tragico e pesantissimo: oltre cinquecento vittime. Il centro storico è quasi totalmente distrutto, si salvano solamente il Municipio e qualche palazzo settecentesco.
L’offensiva alleata, però, non si arresta in quella sera. Il 17 aprile un nuovo attacco provoca danni altrettanto gravi, sia in termini di distruzione sia di vittime sotto le macerie, che salgono complessivamente a oltre un migliaio. Gran parte della storia della cittadina è cancellata da questi bombardamenti.
Nei giorni successivi al 13 aprile, ulteriori incursioni si abbattono sul territorio circostante a Portomaggiore. Le frazioni di Maiero, Quartiere e Portoverrara sono quasi rase al suolo; mentre il 18 aprile seguente, a Ripapersico, una bomba centra il borgo Ca’ del Gallo: muoiono decine di persone, che lì si riparavano in un rifugio antiaereo.
La sera del 19 aprile i primi Alleati dell’Ottava armata guidata da McCreey entrano in un paese devastato e distrutto: molte persone si trovano ancora sotto le macerie o nei rifugi. La mattina del 20 aprile, invece, fanno il loro ingresso le truppe, i mezzi pesanti e i partigiani che dal 1943 stanno lottando per la liberazione del territorio. Le ultime, deboli resistenze tedesche sono presto debellate, e si può festeggiare tra le macerie con grande commozione, mista a rabbia per il pesante dazio pagato.
Il luogo divenuto simbolo di quei tragici giorni è il podere “La Gnola”, che si trova alla periferia di Portomaggiore. Dopo il bombardamento del 13 aprile, circa centotrenta civili in fuga dai centri abitati per paura di un nuovo attacco trovano riparo nel podere. La sua posizione isolata fa però anche al caso dei tedeschi, che vi collocano una stazione radio. Gli sfollati sono rinchiusi da quegli ultimi invasori nelle stalle, per evitare intralci. Il 20 aprile, mentre le truppe liberatrici entrano a Portomaggiore, due aerei alleati di ritorno da una missione sul Po sorvolano la zona: uno dei due velivoli prosegue verso la base, l’altro, con una brusca virata, sgancia una bomba sull’edificio; un secondo ordigno colpisce gli sfollati che si trovano nel cortile del casale distrutto: sono una cinquantina le vittime di quella giornata.